I presidenti degli Stati Uniti d'America: una breve sintesi


1: George Washington (1732-1799)
Presidente dal 1789 al 1797
Partito: indipendente
Fatti salienti: combatté nella guerra d’indipendenza americana; presiedette la Convenzione di Filadelfia; in quanto primo presidente degli U.S.A. stabilì gran parte dei cerimoniali che poi divennero prassi comune per i successori. Si batté per normalizzare i rapporti con la Gran Bretagna, firmando un trattato commerciale che sviluppò gli scambi con l’antica madrepatria delle colonie americane.


2: John Adams (1735-1826)
Presidente dal 1797 al 1801
Partito: Federalista (un partito propenso a un forte governo centrale, che esistette negli USA fino agli anni Venti del XIX secolo e poi scomparve)
Fatti salienti: abile avvocato, fu un acceso indipendentista durante la rivoluzione americana e si scontrò, quando venne eletto presidente, con altre personalità politiche dell’epoca per il suo forte autoritarismo (leggi contro gli stranieri), che lo rese impopolare e gli fece perdere le elezioni per il secondo mandato; incoraggiò la colonizzazione del West e spostò la capitale nella nuova città di Washington, così chiamata in onore del predecessore. Fu il primo presidente a risiedere alla Casa Bianca.


3: Thomas Jefferson (1743-1826)
Presidente dal 1801 al 1809
Partito: Democratico-Repubblicano (partito fondato dallo stesso Jefferson ed esistito fino agli anni Venti del XIX secolo, quando si divise in alcune fazioni, una delle quali divenne il Partito Democratico e un’altra il Partito repubblicano, i due partiti ancora esistenti negli USA)
Fatti salienti: avvocato e poi diplomatico nella Francia rivoluzionaria (che appoggiò), divenne presidente in maniera molto contrastata; durante il suo primo mandato da presidente, gli USA acquistarono dalla Francia lo Stato della Louisiana e si lanciarono all’esplorazione dei territori nord-occidentali, provocando i primi massacri dei nativi americani. Jefferson, pur pacifista convinto, fece bombardare nel 1805 la città di Tripoli, per gli attacchi dei pirati arabi contro la flotta statunitense nel Mediterraneo. Durante il secondo mandato approvò una legge che proibiva l’importazione di schiavi dall’Africa, pur non essendo un antischiavista.


4: James Madison (1751-1836)
Presidente dal 1809 al 1817
Partito: Democratico-Repubblicano
Fatti salienti: propenso da giovane a una carriera ecclesiastica, finì con l’interessarsi di politica. Durante la sua presidenza gli USA continuarono a espandersi a Ovest. Nel 1812 Madison fu costretto ad accettare la guerra contro l’Inghilterra, che aveva imposto delle restrizioni al commercio navale statunitense; nel 1814 gli inglesi conquistarono Washington e bruciarono la Casa Bianca, ma la guerra terminò senza un vero vincitore.


5: James Monroe (1758-1831)
Presidente dal 1817 al 1825
Partito: Democratico- Repubblicano
Fatti salienti: dopo aver combattuto nell’esercito durante la rivoluzione americana, studiò giurisprudenza e cominciò a occuparsi di politica. Da presidente nel 1818 firmò un accordo con l’Inghilterra, che stabiliva che il 49° parallelo segnava il confine tra USA e Canada; nel 1819 la Spagna cedeva la Florida, purché gli USA evitassero rivendicazioni sul Texas (allora parte del Messico spagnolo). È noto soprattutto per la cosiddetta “dottrina Monroe”, firmata nel 1823, che affermava di non accettare alcuna intromissione europea nelle vicende americane e viceversa; con questa dottrina si riconosceva anche il ruolo di supremazia degli USA nel continente americano, tanto che essa viene indicata dagli storici come la prima formulazione teorica dell’imperialismo statunitense.


6: John Quincy Adams (1767-1848)
Presidente dal 1825 al 1829
Partito: Democratico-Repubblicano
Fatti salienti: figlio di John Adams (il secondo presidente USA), fu fin da giovane interessato alla politica e intraprese la carriera diplomatica in Germania e in Russia. Divenuto presidente, rafforzò la presenza statunitense in America latina, fece trasferire più a ovest le riserve in cui erano costretti a vivere i pellerossa e innalzò le tariffe doganali, per proteggere l’industria americana. Durante la sua presidenza il Partito Democratico-Repubblicano si scisse nel Partito Democratico e nel Partito Whig, che nel 1854 divenne il moderno Partito Repubblicano.


7: Andrew Jackson (1767-1845)
Presidente dal 1829 al 1837
Partito: Democratico
Fatti salienti: nato in un’umile famiglia di origine irlandese, riuscì a studiare legge e a divenire avvocato. Fu il primo presidente “democratico” propriamente detto e votò una serie di norme che democratizzarono gli USA (ad esempio l’istituzione delle prime associazioni sindacali di operai). Durante il suo mandato venne creata la prima ferrovia nordamericana (1831). Legittimò l’esproprio delle terre dei nativi Cherokee e la loro deportazione, uno dei peggiori episodi delle lunghe “guerre indiane”. Fu il primo presidente americano fatto oggetto di un attentato (fallito).


8: Martin Van Buren (1782-1862)
Presidente dal 1837 al 1841
Partito: Democratico
Fatti salienti: figlio di genitori olandesi, fu inizialmente un avvocato, poi cominciò a interessarsi di politica. A solo due mesi dall’insediamento dovette affrontare una grave crisi economica che colpì il Paese (la prima grande depressione degli USA); rifiutò la richiesta del Texas (che si era dichiarato indipendente dal Messico) di entrare a far parte dell’Unione; durante la sua presidenza scoppiò il caso della nave Amistad, in cui un gruppo di schiavi africani uccise i membri dell’equipaggio.


9: William Henry Harrison (1773-1841)
Presidente dal 1841 al 1841
Partito: Whig (partito attivo tra il 1834 e il 1860, quando si trasformò in Partito Repubblicano)
Fatti salienti: militare in gioventù, è il presidente con il più breve mandato nella storia dei presidenti statunitensi; morì infatti un mese dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, per una polmonite contratta proprio nel giorno del suo insediamento, al quale si presentò poco vestito, pur essendo in corso un forte temporale.


10: John Tyler (1790-1862)
Presidente dal 1841 al 1845
Partito: Whig
Fatti salienti: fu il primo presidente eletto (in quanto vicepresidente del predecessore) in seguito a morte o impedimento a governare dello stesso. In gioventù fu avvocato. Durante il suo mandato venne inaugurata la prima linea telegrafica e venne inviato il primo messaggio in codice Morse; inoltre il giorno prima della scadenza del suo mandato accettò la richiesta del Texas di entrare a far parte degli USA e, poiché era uno Stato schiavista, il fatto rinfocolò il dibattito politico sull’abolizione della schiavitù, di cui si discuteva da anni.


11: James Knox Polk (1795-1849)
Presidente dal 1845 al 1849
Partito: Democratico
Fatti salienti: di origine irlandese, fu in gioventù avvocato. Sostenitore di un programma espansionistico degli Stati Uniti, non si oppose all’ingresso del Texas nell’Unione, il che però provocò una guerra con il Messico, che considerava il Texas una sua provincia. La guerra si concluse con la vittoria degli USA e il Messico fu costretto ad accettare nel 1848 un trattato di pace, con cui cedeva agli Stati Uniti anche la California, il Nuovo Messico, il Nevada, lo Utah e una parte del Colorado. La spinta dei coloni verso Ovest fu così incrementata, ancor più in seguito alla scoperta dell’oro nella valle del fiume Sacramento (la grande corsa all’oro in California). Durante il suo mandato entrarono a far parte ufficialmente dell’Unione, oltre al Texas, anche la Florida, l’Iowa e il Wisconsin.


12: Zachary Taylor (1784-1850)
Presidente dal 1849 al 1850
Partito: Whig
Fatti salienti: militare da giovane, si distinse nelle guerre indiane e nella guerra contro il Messico, divenendo un eroe nazionale. Morì dopo poco più di un anno dall’elezione in seguito a gastroenterite (si sospettò per anni che fosse stato avvelenato, ma l’ipotesi è caduta in seguito ad esami effettuati sui suoi resti nel 1990).


13: Millard Fillmore (1800-1874)
Presidente dal 1850 al 1853
Partito: Whig
Fatti salienti: figlio di poveri agricoltori, riuscì a studiare legge e a divenire avvocato. Si dedicò poi alla politica e, divenuto presidente, scelse una strategia conciliante in tema di abolizionismo; avviò i rapporti commerciali con il Giappone, prima con l’invio di una squadra navale che sbarcò vicino a Tokyo, poi obbligando i giapponesi a sottoscrivere dei trattati commerciali vantaggiosi per gli USA.


14: Franklin Pierce (1804-1869)
Presidente dal 1853 al 1857
Partito: Democratico
Fatti salienti: laureato in giurisprudenza e avvocato, allo scoppio della guerra al Messico si arruolò nell’esercito. Eletto presidente, continuò a forzare il Giappone all’apertura con gli USA, riconobbe il regime instaurato da un avventuriero americano in Nicaragua e manifestò mire espansionistiche (che non andarono in porto) su Cuba. Durante il suo mandato si registrò una escalation degli scontri tra schiavisti e abolizionisti e ciò accentuò la sua impopolarità, a cui si accompagnarono accuse di corruzione.


15: James Buchanan (1791-1868)
Presidente dal 1857 al 1861
Partito: Democratico
Fatti salienti: anche lui avvocato, entrò in politica prima come deputato, poi come ambasciatore. Da presidente e da favorevole alla schiavitù, fu responsabile di un peggioramento delle condizioni di vita dei neri e del tentativo di estendere il sistema schiavistico anche in Messico e nell’America centro-meridionale; gli Stati del Nord reagirono con violente proteste, culminate nella cosiddetta “incursione di John Brown”.


16: Abraham Lincoln (1809-1865)
Presidente dal 1861 al 1865
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: entrato da avvocato nel mondo della politica, è considerato uno dei più importanti e popolari presidenti degli Stati Uniti. Durante la sua presidenza venne combattuta la guerra di secessione, nata per i contrasti tra Nord e Sud degli USA sul problema della schiavitù: Lincoln, convinto abolizionista, viene ricordato come colui che mise fine allo schiavismo e che, con la vittoria dei Nordisti, salvò gli Stati Uniti da una spaccatura che ne avrebbe decretato la fine. Nell’aprile 1865, mentre era a teatro, venne ucciso con un colpo di pistola da un attore simpatizzante sudista.


17: Andrew Johnson (1808-1875)
Presidente dal 1865 al 1869
Partito: Democratico
Fatti salienti: di famiglia molto povera, cominciò a interessarsi di politica, manifestando idee morate in tema di schiavismo. Divenuto presidente in seguito all’assassinio di Lincoln, cercò di attuare le idee del predecessore per ricostruire e pacificare il Sud uscito sconfitto dalla guerra civile, ma, non avendo le doti di Lincoln, si scontrò ripetutamente con i radicali del Nord, che gli impedirono di attuare numerosi provvedimenti. Durante la sua amministrazione la Russia vendette agli USA l’Alaska e il Nebraska entrò nell’Unione.


18: Ulysses Simpson Grant (1822-1885)
Presidente dal 1869 al 1877
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: militare di carriera, sfruttò le sue doti strategiche nella guerra contro il Messico e nella guerra di secessione: la vittoria dei Nordisti è in gran parte merito suo. Come presidente promosse la ricostruzione del Paese, facendo rispettare le leggi sui diritti civili e sciogliendo nel 1871 il Ku Klux Klan. Ma la sua amministrazione viene ritenuta una delle peggiori della storia degli USA, poiché funestata da corruzione e scandali: anche se Grant non fu un corrotto, viene accusato di non aver fatto (o saputo fare) niente per fermare la corruzione.


19: Rutherford B. Hayes (1822-1893)
Presidente dal 1877 al 1881
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: avvocato e politico in gioventù, allo scoppio della guerra di secessione combatté nell’esercito nordista. Eletto presidente, cercò di normalizzare le condizioni del Sud, dove le violenze razziste erano sempre più accese ed erano entrate in vigore leggi basate sulla segregazione tra bianchi e neri nei luoghi pubblici. Durante il suo mandato continuò la colonizzazione del West, che fu segnata da violenze nei confronti dei nativi americani; il ripetersi di numerosi scioperi degli operai, che chiedevano migliori condizioni lavorative, venne represso con l’uso della forza da parte dell’esercito. Nel periodo della sua amministrazione il Paese conobbe un netto sviluppo tecnologico e industriale e una moralizzazione della pubblica amministrazione, sconvolta dagli scandali precedenti.


20: James A. Garfield (1831-1881)
Presidente dal 1881 al 1881
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: insegnante, venne arruolato nell’esercito allo scoppio della guerra civile. Quattro mesi dopo l’insediamento alla Casa Bianca fu ferito da colpi di pistola sparati da un avvocato disoccupato: morì circa due mesi dopo, anche per le infezioni causate dai medici, che cercarono di estrarre le pallottole rimaste nel suo corpo senza le dovute preoccupazioni di sterilizzazione.


21: Chester Arthur (1830-1886)
Presidente dal 1881 al 1885
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: proibì l’immigrazione cinese negli Stati Uniti e la poligamia (diffusa tra i mormoni); mantenne la mano pesante nei confronti dei Nativi. Durante la sua presidenza il Paese conobbe un forte sviluppo economico, nelle industrie e nei trasporti. Morì un anno dopo la fine del suo mandato.


22: Grover Cleveland (1837-1908)
Presidente dal 1885 al 1889
Partito: Democratico
Fatti salienti: fu l’unico presidente ad essere eletto per due mandati non consecutivi. È considerato uno dei presidenti più conservatori della storia statunitense. Dovette affrontare una grave siccità che colpì il Texas nel 1887 e numerosi problemi legati alla corruzione dilagante nel Paese.


23: Benjamin Harrison (1833-1901)
Presidente dal 1889 al 1893
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: nipote del nono presidente degli U.S.A., studiò legge e divenne avvocato. Appoggiato dai grandi industriali, divenne presidente e appoggiò un forte aumento della spesa pubblica, che portò prima a un boom economico, poi a una fase di depressione che ricadde tutta sul suo successore. Nei confronti dei Nativi praticò una spietata politica repressiva, che portò alla morte di Toro Seduto, capo dei Sioux, e al massacro di Wounded Knee. Represse anche i movimenti sindacali dei lavoratori.


24: Grover Cleveland (1837-1908)
Presidente dal 1893 al 1897
Partito: Democratico
Fatti salienti: all’inizio del suo secondo mandato dovette affrontare una crisi economica tra le più gravi degli Stati Uniti; in politica estera sostenne la neutralità del Paese nei confronti delle dispute territoriali e politiche tra gli altri Stati, quali la Spagna e la Gran Bretagna


25: William McKinley (1843-1901)
Presidente dal 1897 al 1901
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: partecipò giovanissimo alla guerra di secessione, poi divenne avvocato. Dedicatosi alla politica, si fece notare per il forte sostegno al protezionismo dell’economia statunitense, che applicò anche durante la presidenza e portò gli U.S.A. a una rapida crescita economica. Nel 1898 in seguito a una difficile situazione a Cuba (ancora colonia spagnola) firmò lo scoppio della guerra contro la Spagna, che si concluse rapidamente con la vittoria americana e il passaggio di colonie spagnole agli Stati Uniti. Rieletto per un secondo mandato, venne poco dopo ucciso a revolverate da un anarchico.


26: Theodore Roosevelt (1858-1919)
Presidente dal 1901 al 1909
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: nato da una famiglia aristocratica originaria dei Paesi Bassi, si laureò in legge. Nel 1895 divenne capo della polizia di New York, quindi entrò nell’amministrazione del suo predecessore. Si dimise per partecipare alla guerra ispano-americana, diventandone un eroe. Rimessosi in politica, divenne presidente all’uccisione di McKinley; riconfermato nel 1904, si occupò dei diritti dei lavoratori e di politiche ambientali; in politica estera difese gli interessi statunitensi nell’America latina e decise la costruzione del Canale di Panama. Nel 1906 ricevette il premio Nobel per la pace, per aver fatto da mediatore nella guerra tra Russia e Giappone.


27: William Howard Taft (1857-1930)
Presidente dal 1909 al 1913
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: appoggiato inizialmente dal suo predecessore, se ne allontanò per una serie di scelte politiche che Roosevelt non condivideva. Sostenne indiscriminatamente tutti i governi in America latina che potevano essere utili agli affari statunitensi, finendo così con l’appoggiare anche Stati dittatoriali, il che gli alienò le simpatie del popolo, tanto da non essere rieletto al secondo mandato. Tornò a fare l’insegnante di legge fino al 1921, quando venne nominato presidente della Corte Suprema.


28: Thomas Woodrow Wilson (1856-1924)
Presidente dal 1913 al 1921
Partito: Democratico
Fatti salienti: rettore all’Università di Princeton, venne designato come candidato del Partito Democratico alle presidenziali con sua stessa sorpresa; vinse perché i repubblicani si presentarono con due candidature contrapposte (erano i due precedenti presidenti degli Usa). La sua presidenza è piena di ombre e luci (istituì la segregazione razziale, mantenne gli Usa fuori dalla Prima guerra mondiale, finché la pressione di gruppi di affaristi non lo spinse a intervenire). Viene ricordato soprattutto per i 14 punti, con cui avanzò una proposta di costituzione di una Lega delle Nazioni (o Società delle Nazioni, predecessore dell’ONU). Per la sua opera ai trattati di pace di Versailles nel 1919 ricevette il Nobel per la Pace. Nello stesso anno un duplice ictus lo rese inabile al governo, ma il fatto venne occultato alla nazione fino alla morte di Wilson.


29: Warren G. Harding (1865-1923)
Presidente dal 1921 al 1923
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: dopo aver fatto il giornalista da giovane, divenne senatore: nel 1914 fu un oppositore dell’entrata in guerra degli Usa e divenne avversario di Wilson, schierandosi anche contro l’ingresso degli Usa nella Società delle Nazioni. Durante la presidenza il suo entourage venne coinvolto in una serie di scandali (corruzione di funzionari pubblici, frode allo Stato, concussioni) che minarono la sua credibilità; dopo 2 anni e 5 mesi dall’elezione, morì di infarto o apoplessia.


30: Calvin Coolidge (1972-1933)
Presidente dal 1923 al 1929
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: avvocato, fu nominato vice-presidente dal suo predecessore. Quando questi morì, egli divenne automaticamente presidente, ma venne poi rieletto in proprio nel 1924; continuò l’opera del predecessore in politica interna, ma con un maggiore impegno nel dare credibilità morale alla presidenza. Non si presentò per il secondo mandato.


31: Herbert Hoover (1874-1964)
Presidente dal 1929 al 1933
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: ingegnere minerario, divenne milionario con la sua attività di gestore di miniere. Entrò quindi in politica, facendosi notare per il suo pragmatismo. Divenuto presidente nel marzo 1929, dovette affrontare già a ottobre il crollo della Borsa di Wall Street. ma si dimostrò incapace ad affrontare la grave crisi economica: mancando di aiutare le classi popolari più colpite, divenne molto impopolare e, quando si ripresentò per il secondo mandato, fu facilmente vinto dall’avversario democratico.


32: Franklin Delano Roosevelt (1883-1945)
Presidente dal 1933 al 1945
Partito: Democratico
Fatti salienti: laureato in giurisprudenza, fu l’unico presidente che venne eletto 4 volte. A 39 anni contrasse una malattia, che gli rese difficile l’uso delle gambe (ma cercò sempre di nascondere la sua disabilità). La sua fama è legata soprattutto al piano economico per uscire dalla Grande Depressione (il New Deal). Decise l’entrata degli Usa nella Seconda guerra mondiale, dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor ed ebbe un ruolo importante nelle decisioni geopolitiche della fine del conflitto, anche se morì poche settimane prima che terminasse. Sostenne la costruzione delle bombe atomiche, che vennero sganciate sul Giappone per decisione del suo successore.


33: Harry Truman (1884-1972)
Presidente dal 1945 al 1953
Partito: Democratico
Fatti salienti: Di umili origini, entrò in politica e divenne vicepresidente di F. D. Rossevelt, sostituendolo alla presidenza alla morte di questi.  Prese la decisione di sganciare le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki con estremo dolore. Approvò il Piano Marshall anche come forma di contenimento dell’espansione comunista in Europa; la guerra fredda cominciò quando lui era alla presidenza. Al secondo mandato dovette decidere la guerra contro la Corea e intervenne in aiuto della Francia impegnata nella guerra in Indocina.


34: Dwight D. Eisenhower (1890-1969)
Presidente dal 1953 al 1961
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: generale a capo dell’esercito statunitense in Europa durante la Seconda guerra mondiale (guidò lo sbarco in Sicilia del 1943 e quello in Normandia del 1944), entrò al termine del conflitto in politica: da presidente fu sostanzialmente equilibrato. Sostenitore della corsa agli armamenti, prospettò però anche il pericolo insito nei troppi interessi commerciali delle industrie belliche. Nel 1954 concluse la guerra contro la Corea del Nord.


35: John Fitzgerald Kennedy (1917-1963)
Presidente dal 1961 al 1963
Partito: Democratico
Fatti salienti: di origine irlandese, fu il primo presidente cattolico degli Usa. Nel suo breve mandato dovette affrontare grandi problemi legati alla guerra fredda: la costruzione del Muro di Berlino, l’invasione di Cuba alla Baia dei Porci e la crisi dei missili sovietici installati a Cuba (conclusa in seguito a caldi negoziati con il leader sovietico Kruscev). Durante la sua presidenza si posero le premesse per la guerra del Vietnam e negli Usa si affermò il movimento per i diritti civili degli afroamericani. Venne assassinato il 22 novembre 1963 a Dallas, in circostanze che hanno fatto parlare di un complotto della CIA e che non sono ancora del tutto chiarite.


36: Lyndon B. Johnson (1908-1973)
Presidente dal 1963 al 1969
Partito: Democratico
Fatti salienti: divenne presidente in sostituzione di Kennedy quando questi venne assassinato e poi si ripresentò alle elezioni presidenziali successive, con una vittoria che fu tra le più schiaccianti della storia americana. La sua presidenza vide l’applicazione di un grande programma per i diritti civili dei neri, per gli aiuti alla popolazione più debole, per lo sbarco sulla Luna (che avvenne pochi mesi dopo la fine del suo mandato). Ma fu funestata dalla piega che prese la guerra in Vietnam, che egli sostenne con enormi investimenti, ma che si rivelò un disastro per gli Usa.


37: Richard Nixon (1913-1994)
Presidente dal 1969 al 1974
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: laureato in Legge, entrò in politica dimostrando notevoli capacità oratorie, ma raggiunse la presidenza dopo una serie di sconfitte contro i democratici. Durante il suo primo mandato ci fu lo sbarco sulla Luna della missione Apollo, venne preparato il graduale ritiro delle forze americane dal Vietnam, si registrò un’apertura nei confronti della Cina e dell’URSS, ci fu l’appoggio al colpo di stato di Pinochet in Cile. Rieletto per il secondo mandato, fu costretto a dimettersi (unico caso nella storia degli Usa) in seguito allo scandalo Watergate (operazioni di spionaggio politico contro il Partito Democratico).


38: Gerald Ford (1913-2006)
Presidente dal 1974 al 1977
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: onesto ma poco carismatico, fu – si può dire – presidente controvoglia, scelto da Nixon come vicepresidente dopo che il vice regolarmente eletto aveva dovuto dimettersi. È ricordato soprattutto per aver concesso la grazia (secondo un potere previsto dalla Costituzione statunitense) a Nixon per lo scandalo Watergate.


39: Jimmy Carter (1924)
Presidente dal 1977 al 1981
Partito: Democratico
Fatti salienti: ottenne la presidenza senza essere particolarmente noto. Promosse una politica energetica nazionale, quando nel 1979 ci fu la crisi energetica (con l’aumento dei prezzi del petrolio) dovuta alla rivoluzione scoppiata in Iran. Sempre nel 1979 firmò con il leader sovietico Breznev i trattati per la limitazione delle armi strategiche detti SALT II, ma poco dopo i rapporti con il mondo comunista divennero tesi, in seguito all’invasione dell’Afghanistan da parte dell’URSS (gli Usa boicottarono le Olimpiadi che si tenevano nel 1980 a Mosca). Nel 2002 ha ricevuto il Nobel per la pace per la sua partecipazione, dopo la presidenza, a campagne per i diritti umani e per la promozione della democrazia.


40: Ronald Reagan (1911-2004)
Presidente dal 1981 al 1989
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: di lontana origine irlandese, da giovane fece l’attore in numerosi film generalmente secondari. Dapprima democratico, passò al Partito Repubblicano, diventando governatore della California. Pochi giorni dopo essere divenuto presidente, uno squilibrato gli sparò ferendolo gravemente, ma egli riuscì a salvarsi. La sua presidenza si segnala per le scelte in campo economico (che hanno dato origine al termine Reaganomics, con cui si intendono scelte statali per la riduzione delle tasse, liberalizzazione dell’economia, tagli alla spesa sociale, ecc.) e per l’innalzamento dello scontro tecnologico-militare con l’URSS, vinto dagli Usa in quanto l’Unione Sovietica giunse al collasso poco tempo dopo la fine del mandato di Reagan. Dopo la presidenza, malato di Alzheimer, comparve assai poco in pubblico.


41: George H. W. Bush (1924)
Presidente dal 1989 al 1993
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: laureato in economia e attivo nel mondo delle società petrolifere, la sua carriera politica lo portò a divenire vicepresidente di Reagan e poi presidente nel 1988. Favorevole all’intervento in Iraq (prima guerra del Golfo), scatenò la guerra nel 1990 contro Saddam Hussein. In politica interna dovette affrontare una crisi economica che fece precipitare la sua popolarità, poiché egli si dimostrò incapace di fronteggiare i problemi.


42: Bill Clinton (1946)
Presidente dal 1993 al 2001
Partito: Democratico
Fatti salienti: laureato in legge, fu governatore dell’Arkansas. Presidente per due mandati, ha goduto di ampia popolarità ed ha permesso agli Usa un periodo di pace e prosperità economica. Nel 1994 firmò il NAFTA (Accordo nordamericano per il libero scambio) e nel 1998 venne sottoposto a impeachment, per falsa testimonianza in uno scandalo di natura sessuale, ma fu assolto dal Senato. Durante la sua presidenza gli Usa parteciparono a numerose operazioni militari: in Somalia, in Serbia e contro il gruppo terroristico di al-Qaeda.


43: George W. Bush (1946)
Presidente dal 2001 al 2009
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: figlio del 41° presidente statunitense, come lui affarista nel mondo del petrolio, ottenne il primo mandato dopo elezioni che provocarono numerose critiche per irregolarità (archiviate per impossibilità di verifiche). L’attacco terroristico alle Torri gemelle di New York lo spinse a dichiarare guerra all’Iraq, accusata (senza prove) di possedere armi di distruzione di massa. Le sue scelte economiche hanno fatto aumentare il deficit pubblico degli Usa, ma hanno anche innalzato il PIL. La sua amministrazione ha rifiutato di firmare il protocollo di Kyoto riguardante il surriscaldamento globale del pianeta.


44: Barack Obama (1961)
Presidente dal 2009 al 2017
Partito: Democratico
Fatti salienti: laureato in scienze politiche e in giurisprudenza, è stato il primo presidente afroamericano degli Usa. Impegnato contro le armi nucleari, contro il riscaldamento globale, contro il terrorismo (durante il suo primo mandato venne ucciso Osama bin Laden), contro la diffusione delle armi, in favore della riforma sanitaria, dei diritti degli omosessuali e della distensione nei rapporti con Cuba, ha ricevuto nel 2009 il premio Nobel per la pace.


45: Donald Trump (1946)
Presidente dal 2017
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: imprenditore e miliardario, ha vinto a sorpresa le elezioni presidenziali sbaragliando la concorrente democratica Hillary Clinton (moglie di Bill Clinton). È un personaggio molto controverso, per le sue posizioni contro l’immigrazione negli Usa, contro gli omosessuali, contro l’aborto, contro la riforma sanitaria di Obama, contro la scienza in tema ambientale, nonché per le sue dichiarazioni maschiliste e i suoi atteggiamenti poco chiari sulla Corea del Nord e su Israele e mondo palestinese.














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