1: George Washington (1732-1799)
Presidente dal 1789 al 1797Partito: indipendente
Fatti salienti: combatté nella guerra
d’indipendenza americana; presiedette la Convenzione di Filadelfia; in quanto
primo presidente degli U.S.A. stabilì gran parte dei cerimoniali che poi
divennero prassi comune per i successori. Si batté per normalizzare i rapporti
con la Gran Bretagna, firmando un trattato commerciale che sviluppò gli scambi
con l’antica madrepatria delle colonie americane.
Presidente dal 1797 al 1801
Partito: Federalista (un partito propenso a un forte governo centrale, che esistette negli USA fino agli anni Venti del XIX secolo e poi scomparve)
Fatti salienti: abile avvocato, fu un acceso
indipendentista durante la rivoluzione americana e si scontrò, quando venne
eletto presidente, con altre personalità politiche dell’epoca per il suo forte
autoritarismo (leggi contro gli stranieri), che lo rese impopolare e gli fece
perdere le elezioni per il secondo mandato; incoraggiò la colonizzazione del
West e spostò la capitale nella nuova città di Washington, così chiamata in
onore del predecessore. Fu il primo presidente a risiedere alla Casa Bianca.
3: Thomas Jefferson (1743-1826)
Presidente dal 1801 al 1809
Partito: Democratico-Repubblicano (partito fondato dallo stesso Jefferson ed esistito fino agli anni Venti del XIX secolo, quando si divise in alcune fazioni, una delle quali divenne il Partito Democratico e un’altra il Partito repubblicano, i due partiti ancora esistenti negli USA)
Fatti salienti: avvocato e poi diplomatico
nella Francia rivoluzionaria (che appoggiò), divenne presidente in maniera
molto contrastata; durante il suo primo mandato da presidente, gli USA
acquistarono dalla Francia lo Stato della Louisiana e si lanciarono
all’esplorazione dei territori nord-occidentali, provocando i primi massacri
dei nativi americani. Jefferson, pur pacifista convinto, fece bombardare nel
1805 la città di Tripoli, per gli attacchi dei pirati arabi contro la flotta
statunitense nel Mediterraneo. Durante il secondo mandato approvò una legge che
proibiva l’importazione di schiavi dall’Africa, pur non essendo un
antischiavista.
4: James Madison (1751-1836)
Presidente dal 1809 al 1817
Partito: Democratico-Repubblicano
Fatti salienti: propenso da giovane a una
carriera ecclesiastica, finì con l’interessarsi di politica. Durante la sua presidenza
gli USA continuarono a espandersi a Ovest. Nel 1812 Madison fu costretto ad
accettare la guerra contro l’Inghilterra, che aveva imposto delle restrizioni
al commercio navale statunitense; nel 1814 gli inglesi conquistarono Washington
e bruciarono la Casa Bianca, ma la guerra terminò senza un vero vincitore.
5: James Monroe (1758-1831)
Presidente dal 1817 al 1825
Partito: Democratico- Repubblicano
Fatti salienti: dopo aver combattuto
nell’esercito durante la rivoluzione americana, studiò giurisprudenza e
cominciò a occuparsi di politica. Da presidente nel 1818 firmò un accordo con
l’Inghilterra, che stabiliva che il 49° parallelo segnava il confine tra USA e
Canada; nel 1819 la Spagna cedeva la Florida, purché gli USA evitassero
rivendicazioni sul Texas (allora parte del Messico spagnolo). È noto
soprattutto per la cosiddetta “dottrina Monroe”, firmata nel 1823, che
affermava di non accettare alcuna intromissione europea nelle vicende americane
e viceversa; con questa dottrina si riconosceva anche il ruolo di supremazia
degli USA nel continente americano, tanto che essa viene indicata dagli storici
come la prima formulazione teorica dell’imperialismo statunitense.
6: John Quincy Adams (1767-1848)
Presidente dal 1825 al 1829
Partito: Democratico-Repubblicano
Fatti salienti: figlio di John Adams (il
secondo presidente USA), fu fin da giovane interessato alla politica e
intraprese la carriera diplomatica in Germania e in Russia. Divenuto
presidente, rafforzò la presenza statunitense in America latina, fece
trasferire più a ovest le riserve in cui erano costretti a vivere i pellerossa
e innalzò le tariffe doganali, per proteggere l’industria americana. Durante la
sua presidenza il Partito Democratico-Repubblicano si scisse nel Partito Democratico
e nel Partito Whig, che nel 1854 divenne il moderno Partito Repubblicano.
7: Andrew Jackson (1767-1845)
Presidente dal 1829 al 1837
Partito: Democratico
Fatti salienti: nato in un’umile famiglia
di origine irlandese, riuscì a studiare legge e a divenire avvocato. Fu il
primo presidente “democratico” propriamente detto e votò una serie di norme che
democratizzarono gli USA (ad esempio l’istituzione delle prime associazioni
sindacali di operai). Durante il suo mandato venne creata la prima ferrovia nordamericana
(1831). Legittimò l’esproprio delle terre dei nativi Cherokee e la loro
deportazione, uno dei peggiori episodi delle lunghe “guerre indiane”. Fu il
primo presidente americano fatto oggetto di un attentato (fallito).
8: Martin Van Buren (1782-1862)
Presidente dal 1837 al 1841
Partito: Democratico
Fatti salienti: figlio di genitori
olandesi, fu inizialmente un avvocato, poi cominciò a interessarsi di politica.
A solo due mesi dall’insediamento dovette affrontare una grave crisi economica
che colpì il Paese (la prima grande depressione degli USA); rifiutò la
richiesta del Texas (che si era dichiarato indipendente dal Messico) di entrare
a far parte dell’Unione; durante la sua presidenza scoppiò il caso della nave
Amistad, in cui un gruppo di schiavi africani uccise i membri dell’equipaggio.
9: William Henry Harrison (1773-1841)
Presidente dal 1841 al 1841
Partito: Whig (partito attivo tra il 1834
e il 1860, quando si trasformò in Partito Repubblicano)
Fatti salienti: militare in gioventù, è il
presidente con il più breve mandato nella storia dei presidenti statunitensi;
morì infatti un mese dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, per una
polmonite contratta proprio nel giorno del suo insediamento, al quale si
presentò poco vestito, pur essendo in corso un forte temporale.
10: John Tyler (1790-1862)
Presidente dal 1841 al 1845
Partito: Whig
Fatti salienti: fu il primo presidente
eletto (in quanto vicepresidente del predecessore) in seguito a morte o
impedimento a governare dello stesso. In gioventù fu avvocato. Durante il suo
mandato venne inaugurata la prima linea telegrafica e venne inviato il primo
messaggio in codice Morse; inoltre il giorno prima della scadenza del suo
mandato accettò la richiesta del Texas di entrare a far parte degli USA e,
poiché era uno Stato schiavista, il fatto rinfocolò il dibattito politico
sull’abolizione della schiavitù, di cui si discuteva da anni.
11: James Knox Polk (1795-1849)
Presidente dal 1845 al 1849
Partito: Democratico
Fatti salienti: di origine irlandese, fu
in gioventù avvocato. Sostenitore di un programma espansionistico degli Stati
Uniti, non si oppose all’ingresso del Texas nell’Unione, il che però provocò
una guerra con il Messico, che considerava il Texas una sua provincia. La
guerra si concluse con la vittoria degli USA e il Messico fu costretto ad
accettare nel 1848 un trattato di pace, con cui cedeva agli Stati Uniti anche
la California, il Nuovo Messico, il Nevada, lo Utah e una parte del Colorado.
La spinta dei coloni verso Ovest fu così incrementata, ancor più in seguito
alla scoperta dell’oro nella valle del fiume Sacramento (la grande corsa
all’oro in California). Durante il suo mandato entrarono a far parte ufficialmente
dell’Unione, oltre al Texas, anche la Florida, l’Iowa e il Wisconsin.
12: Zachary Taylor (1784-1850)
Presidente dal 1849 al 1850
Partito: Whig
Fatti salienti: militare da giovane, si
distinse nelle guerre indiane e nella guerra contro il Messico, divenendo un
eroe nazionale. Morì dopo poco più di un anno dall’elezione in seguito a
gastroenterite (si sospettò per anni che fosse stato avvelenato, ma l’ipotesi è
caduta in seguito ad esami effettuati sui suoi resti nel 1990).
13: Millard Fillmore (1800-1874)
Presidente dal 1850 al 1853
Partito: Whig
Fatti salienti: figlio di poveri
agricoltori, riuscì a studiare legge e a divenire avvocato. Si dedicò poi alla
politica e, divenuto presidente, scelse una strategia conciliante in tema di
abolizionismo; avviò i rapporti commerciali con il Giappone, prima con l’invio
di una squadra navale che sbarcò vicino a Tokyo, poi obbligando i giapponesi a
sottoscrivere dei trattati commerciali vantaggiosi per gli USA.
14: Franklin Pierce (1804-1869)
Presidente dal 1853 al 1857
Partito: Democratico
Fatti salienti: laureato in giurisprudenza
e avvocato, allo scoppio della guerra al Messico si arruolò nell’esercito.
Eletto presidente, continuò a forzare il Giappone all’apertura con gli USA,
riconobbe il regime instaurato da un avventuriero americano in Nicaragua e manifestò
mire espansionistiche (che non andarono in porto) su Cuba. Durante il suo
mandato si registrò una escalation degli scontri tra schiavisti e abolizionisti
e ciò accentuò la sua impopolarità, a cui si accompagnarono accuse di
corruzione.
15: James Buchanan (1791-1868)
Presidente dal 1857 al 1861
Partito: Democratico
Fatti salienti: anche lui avvocato, entrò
in politica prima come deputato, poi come ambasciatore. Da presidente e da
favorevole alla schiavitù, fu responsabile di un peggioramento delle condizioni
di vita dei neri e del tentativo di estendere il sistema schiavistico anche in
Messico e nell’America centro-meridionale; gli Stati del Nord reagirono con
violente proteste, culminate nella cosiddetta “incursione di John Brown”.
16: Abraham Lincoln (1809-1865)
Presidente dal 1861 al 1865
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: entrato da avvocato nel
mondo della politica, è considerato uno dei più importanti e popolari
presidenti degli Stati Uniti. Durante la sua presidenza venne combattuta la
guerra di secessione, nata per i contrasti tra Nord e Sud degli USA sul
problema della schiavitù: Lincoln, convinto abolizionista, viene ricordato come
colui che mise fine allo schiavismo e che, con la vittoria dei Nordisti, salvò
gli Stati Uniti da una spaccatura che ne avrebbe decretato la fine. Nell’aprile
1865, mentre era a teatro, venne ucciso con un colpo di pistola da un attore
simpatizzante sudista.
17: Andrew Johnson (1808-1875)
Presidente dal 1865 al 1869
Partito: Democratico
Fatti salienti: di famiglia molto povera,
cominciò a interessarsi di politica, manifestando idee morate in tema di
schiavismo. Divenuto presidente in seguito all’assassinio di Lincoln, cercò di
attuare le idee del predecessore per ricostruire e pacificare il Sud uscito sconfitto
dalla guerra civile, ma, non avendo le doti di Lincoln, si scontrò
ripetutamente con i radicali del Nord, che gli impedirono di attuare numerosi
provvedimenti. Durante la sua amministrazione la Russia vendette agli USA
l’Alaska e il Nebraska entrò nell’Unione.
18: Ulysses Simpson Grant (1822-1885)
Presidente dal 1869 al 1877
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: militare di carriera,
sfruttò le sue doti strategiche nella guerra contro il Messico e nella guerra
di secessione: la vittoria dei Nordisti è in gran parte merito suo. Come
presidente promosse la ricostruzione del Paese, facendo rispettare le leggi sui
diritti civili e sciogliendo nel 1871 il Ku Klux Klan. Ma la sua
amministrazione viene ritenuta una delle peggiori della storia degli USA, poiché
funestata da corruzione e scandali: anche se Grant non fu un corrotto, viene
accusato di non aver fatto (o saputo fare) niente per fermare la corruzione.
19: Rutherford B. Hayes (1822-1893)
Presidente dal 1877 al 1881
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: avvocato e politico in
gioventù, allo scoppio della guerra di secessione combatté nell’esercito
nordista. Eletto presidente, cercò di normalizzare le condizioni del Sud, dove
le violenze razziste erano sempre più accese ed erano entrate in vigore leggi
basate sulla segregazione tra bianchi e neri nei luoghi pubblici. Durante il
suo mandato continuò la colonizzazione del West, che fu segnata da violenze nei
confronti dei nativi americani; il ripetersi di numerosi scioperi degli operai,
che chiedevano migliori condizioni lavorative, venne represso con l’uso della
forza da parte dell’esercito. Nel periodo della sua amministrazione il Paese
conobbe un netto sviluppo tecnologico e industriale e una moralizzazione della
pubblica amministrazione, sconvolta dagli scandali precedenti.
20: James A. Garfield (1831-1881)
Presidente dal 1881 al 1881
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: insegnante, venne
arruolato nell’esercito allo scoppio della guerra civile. Quattro mesi dopo
l’insediamento alla Casa Bianca fu ferito da colpi di pistola sparati da un
avvocato disoccupato: morì circa due mesi dopo, anche per le infezioni causate
dai medici, che cercarono di estrarre le pallottole rimaste nel suo corpo senza
le dovute preoccupazioni di sterilizzazione.
21: Chester Arthur (1830-1886)
Presidente dal 1881 al 1885
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: proibì l’immigrazione
cinese negli Stati Uniti e la poligamia (diffusa tra i mormoni); mantenne la
mano pesante nei confronti dei Nativi. Durante la sua presidenza il Paese
conobbe un forte sviluppo economico, nelle industrie e nei trasporti. Morì un
anno dopo la fine del suo mandato.
22: Grover Cleveland (1837-1908)
Presidente dal 1885 al 1889
Partito: Democratico
Fatti salienti: fu l’unico presidente ad
essere eletto per due mandati non consecutivi. È considerato uno dei presidenti
più conservatori della storia statunitense. Dovette affrontare una grave
siccità che colpì il Texas nel 1887 e numerosi problemi legati alla corruzione
dilagante nel Paese.
23: Benjamin Harrison (1833-1901)
Presidente dal 1889 al 1893
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: nipote del nono presidente
degli U.S.A., studiò legge e divenne avvocato. Appoggiato dai grandi
industriali, divenne presidente e appoggiò un forte aumento della spesa
pubblica, che portò prima a un boom economico, poi a una fase di depressione
che ricadde tutta sul suo successore. Nei confronti dei Nativi praticò una
spietata politica repressiva, che portò alla morte di Toro Seduto, capo dei
Sioux, e al massacro di Wounded Knee. Represse anche i movimenti sindacali dei
lavoratori.
24: Grover Cleveland (1837-1908)
Presidente dal 1893 al 1897
Partito: Democratico
Fatti salienti: all’inizio del suo secondo
mandato dovette affrontare una crisi economica tra le più gravi degli Stati
Uniti; in politica estera sostenne la neutralità del Paese nei confronti delle
dispute territoriali e politiche tra gli altri Stati, quali la Spagna e la Gran
Bretagna
25: William McKinley (1843-1901)
Presidente dal 1897 al 1901
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: partecipò giovanissimo
alla guerra di secessione, poi divenne avvocato. Dedicatosi alla politica, si
fece notare per il forte sostegno al protezionismo dell’economia statunitense,
che applicò anche durante la presidenza e portò gli U.S.A. a una rapida
crescita economica. Nel 1898 in seguito a una difficile situazione a Cuba
(ancora colonia spagnola) firmò lo scoppio della guerra contro la Spagna, che
si concluse rapidamente con la vittoria americana e il passaggio di colonie spagnole
agli Stati Uniti. Rieletto per un secondo mandato, venne poco dopo ucciso a
revolverate da un anarchico.
26: Theodore Roosevelt (1858-1919)
Presidente dal 1901 al 1909
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: nato da una famiglia
aristocratica originaria dei Paesi Bassi, si laureò in legge. Nel 1895 divenne
capo della polizia di New York, quindi entrò nell’amministrazione del suo
predecessore. Si dimise per partecipare alla guerra ispano-americana, diventandone
un eroe. Rimessosi in politica, divenne presidente all’uccisione di McKinley;
riconfermato nel 1904, si occupò dei diritti dei lavoratori e di politiche
ambientali; in politica estera difese gli interessi statunitensi nell’America
latina e decise la costruzione del Canale di Panama. Nel 1906 ricevette il
premio Nobel per la pace, per aver fatto da mediatore nella guerra tra Russia e
Giappone.
27: William Howard Taft (1857-1930)
Presidente dal 1909 al 1913
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: appoggiato inizialmente
dal suo predecessore, se ne allontanò per una serie di scelte politiche che
Roosevelt non condivideva. Sostenne indiscriminatamente tutti i governi in
America latina che potevano essere utili agli affari statunitensi, finendo così
con l’appoggiare anche Stati dittatoriali, il che gli alienò le simpatie del
popolo, tanto da non essere rieletto al secondo mandato. Tornò a fare
l’insegnante di legge fino al 1921, quando venne nominato presidente della
Corte Suprema.
28: Thomas Woodrow Wilson (1856-1924)
Presidente dal 1913 al 1921
Partito: Democratico
Fatti salienti: rettore all’Università di
Princeton, venne designato come candidato del Partito Democratico alle
presidenziali con sua stessa sorpresa; vinse perché i repubblicani si
presentarono con due candidature contrapposte (erano i due precedenti
presidenti degli Usa). La sua presidenza è piena di ombre e luci (istituì la
segregazione razziale, mantenne gli Usa fuori dalla Prima guerra mondiale,
finché la pressione di gruppi di affaristi non lo spinse a intervenire). Viene
ricordato soprattutto per i 14 punti, con cui avanzò una proposta di
costituzione di una Lega delle Nazioni (o Società delle Nazioni, predecessore
dell’ONU). Per la sua opera ai trattati di pace di Versailles nel 1919
ricevette il Nobel per la Pace. Nello stesso anno un duplice ictus lo rese inabile
al governo, ma il fatto venne occultato alla nazione fino alla morte di Wilson.
29: Warren G. Harding (1865-1923)
Presidente dal 1921 al 1923
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: dopo aver fatto il
giornalista da giovane, divenne senatore: nel 1914 fu un oppositore
dell’entrata in guerra degli Usa e divenne avversario di Wilson, schierandosi anche
contro l’ingresso degli Usa nella Società delle Nazioni. Durante la presidenza
il suo entourage venne coinvolto in una serie di scandali (corruzione di funzionari
pubblici, frode allo Stato, concussioni) che minarono la sua credibilità; dopo
2 anni e 5 mesi dall’elezione, morì di infarto o apoplessia.
30: Calvin Coolidge (1972-1933)
Presidente dal 1923 al 1929
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: avvocato, fu nominato
vice-presidente dal suo predecessore. Quando questi morì, egli divenne
automaticamente presidente, ma venne poi rieletto in proprio nel 1924; continuò
l’opera del predecessore in politica interna, ma con un maggiore impegno nel
dare credibilità morale alla presidenza. Non si presentò per il secondo
mandato.
31: Herbert Hoover (1874-1964)
Presidente dal 1929 al 1933
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: ingegnere minerario,
divenne milionario con la sua attività di gestore di miniere. Entrò quindi in
politica, facendosi notare per il suo pragmatismo. Divenuto presidente nel
marzo 1929, dovette affrontare già a ottobre il crollo della Borsa di Wall
Street. ma si dimostrò incapace ad affrontare la grave crisi economica:
mancando di aiutare le classi popolari più colpite, divenne molto impopolare e,
quando si ripresentò per il secondo mandato, fu facilmente vinto
dall’avversario democratico.
32: Franklin Delano Roosevelt (1883-1945)
Presidente dal 1933 al 1945
Partito: Democratico
Fatti salienti: laureato in
giurisprudenza, fu l’unico presidente che venne eletto 4 volte. A 39 anni
contrasse una malattia, che gli rese difficile l’uso delle gambe (ma cercò
sempre di nascondere la sua disabilità). La sua fama è legata soprattutto al
piano economico per uscire dalla Grande Depressione (il New Deal). Decise
l’entrata degli Usa nella Seconda guerra mondiale, dopo l’attacco giapponese a
Pearl Harbor ed ebbe un ruolo importante nelle decisioni geopolitiche della
fine del conflitto, anche se morì poche settimane prima che terminasse.
Sostenne la costruzione delle bombe atomiche, che vennero sganciate sul
Giappone per decisione del suo successore.
33: Harry Truman (1884-1972)
Presidente dal 1945 al 1953
Partito: Democratico
Fatti salienti: Di umili origini, entrò in
politica e divenne vicepresidente di F. D. Rossevelt, sostituendolo alla
presidenza alla morte di questi. Prese
la decisione di sganciare le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki con estremo
dolore. Approvò il Piano Marshall anche come forma di contenimento
dell’espansione comunista in Europa; la guerra fredda cominciò quando lui era
alla presidenza. Al secondo mandato dovette decidere la guerra contro la Corea
e intervenne in aiuto della Francia impegnata nella guerra in Indocina.
34: Dwight D. Eisenhower (1890-1969)
Presidente dal 1953 al 1961
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: generale a capo
dell’esercito statunitense in Europa durante la Seconda guerra mondiale (guidò
lo sbarco in Sicilia del 1943 e quello in Normandia del 1944), entrò al termine
del conflitto in politica: da presidente fu sostanzialmente equilibrato. Sostenitore
della corsa agli armamenti, prospettò però anche il pericolo insito nei troppi
interessi commerciali delle industrie belliche. Nel 1954 concluse la guerra
contro la Corea del Nord.
35: John Fitzgerald Kennedy (1917-1963)
Presidente dal 1961 al 1963
Partito: Democratico
Fatti salienti: di origine irlandese, fu
il primo presidente cattolico degli Usa. Nel suo breve mandato dovette
affrontare grandi problemi legati alla guerra fredda: la costruzione del Muro
di Berlino, l’invasione di Cuba alla Baia dei Porci e la crisi dei missili
sovietici installati a Cuba (conclusa in seguito a caldi negoziati con il
leader sovietico Kruscev). Durante la sua presidenza si posero le premesse per
la guerra del Vietnam e negli Usa si affermò il movimento per i diritti civili
degli afroamericani. Venne assassinato il 22 novembre 1963 a Dallas, in
circostanze che hanno fatto parlare di un complotto della CIA e che non sono
ancora del tutto chiarite.
36: Lyndon B. Johnson (1908-1973)
Presidente dal 1963 al 1969
Partito: Democratico
Fatti salienti: divenne presidente in
sostituzione di Kennedy quando questi venne assassinato e poi si ripresentò
alle elezioni presidenziali successive, con una vittoria che fu tra le più
schiaccianti della storia americana. La sua presidenza vide l’applicazione di
un grande programma per i diritti civili dei neri, per gli aiuti alla
popolazione più debole, per lo sbarco sulla Luna (che avvenne pochi mesi dopo
la fine del suo mandato). Ma fu funestata dalla piega che prese la guerra in
Vietnam, che egli sostenne con enormi investimenti, ma che si rivelò un
disastro per gli Usa.
37: Richard Nixon (1913-1994)
Presidente dal 1969 al 1974
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: laureato in Legge, entrò
in politica dimostrando notevoli capacità oratorie, ma raggiunse la presidenza
dopo una serie di sconfitte contro i democratici. Durante il suo primo mandato
ci fu lo sbarco sulla Luna della missione Apollo, venne preparato il graduale
ritiro delle forze americane dal Vietnam, si registrò un’apertura nei confronti
della Cina e dell’URSS, ci fu l’appoggio al colpo di stato di Pinochet in Cile.
Rieletto per il secondo mandato, fu costretto a dimettersi (unico caso nella
storia degli Usa) in seguito allo scandalo Watergate (operazioni di spionaggio
politico contro il Partito Democratico).
38: Gerald Ford (1913-2006)
Presidente dal 1974 al 1977
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: onesto ma poco
carismatico, fu – si può dire – presidente controvoglia, scelto da Nixon come
vicepresidente dopo che il vice regolarmente eletto aveva dovuto dimettersi. È
ricordato soprattutto per aver concesso la grazia (secondo un potere previsto
dalla Costituzione statunitense) a Nixon per lo scandalo Watergate.
39: Jimmy Carter (1924)
Presidente dal 1977 al 1981
Partito: Democratico
Fatti salienti: ottenne la presidenza
senza essere particolarmente noto. Promosse una politica energetica nazionale,
quando nel 1979 ci fu la crisi energetica (con l’aumento dei prezzi del
petrolio) dovuta alla rivoluzione scoppiata in Iran. Sempre nel 1979 firmò con
il leader sovietico Breznev i trattati per la limitazione delle armi
strategiche detti SALT II, ma poco dopo i rapporti con il mondo comunista
divennero tesi, in seguito all’invasione dell’Afghanistan da parte dell’URSS
(gli Usa boicottarono le Olimpiadi che si tenevano nel 1980 a Mosca). Nel 2002
ha ricevuto il Nobel per la pace per la sua partecipazione, dopo la presidenza,
a campagne per i diritti umani e per la promozione della democrazia.
40: Ronald Reagan (1911-2004)
Presidente dal 1981 al 1989
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: di lontana origine irlandese, da giovane fece l’attore in numerosi film generalmente secondari. Dapprima democratico, passò al Partito Repubblicano, diventando governatore della California. Pochi giorni dopo essere divenuto presidente, uno squilibrato gli sparò ferendolo gravemente, ma egli riuscì a salvarsi. La sua presidenza si segnala per le scelte in campo economico (che hanno dato origine al termine Reaganomics, con cui si intendono scelte statali per la riduzione delle tasse, liberalizzazione dell’economia, tagli alla spesa sociale, ecc.) e per l’innalzamento dello scontro tecnologico-militare con l’URSS, vinto dagli Usa in quanto l’Unione Sovietica giunse al collasso poco tempo dopo la fine del mandato di Reagan. Dopo la presidenza, malato di Alzheimer, comparve assai poco in pubblico.
Presidente dal 1989 al 1993
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: laureato in economia e
attivo nel mondo delle società petrolifere, la sua carriera politica lo portò a
divenire vicepresidente di Reagan e poi presidente nel 1988. Favorevole
all’intervento in Iraq (prima guerra del Golfo), scatenò la guerra nel 1990
contro Saddam Hussein. In politica interna dovette affrontare una crisi economica
che fece precipitare la sua popolarità, poiché egli si dimostrò incapace di
fronteggiare i problemi.
42: Bill Clinton (1946)
Presidente dal 1993 al 2001
Partito: Democratico
Fatti salienti: laureato in legge, fu
governatore dell’Arkansas. Presidente per due mandati, ha goduto di ampia
popolarità ed ha permesso agli Usa un periodo di pace e prosperità economica.
Nel 1994 firmò il NAFTA (Accordo nordamericano per il libero scambio) e nel
1998 venne sottoposto a impeachment, per falsa testimonianza in uno scandalo di
natura sessuale, ma fu assolto dal Senato. Durante la sua presidenza gli Usa
parteciparono a numerose operazioni militari: in Somalia, in Serbia e contro il
gruppo terroristico di al-Qaeda.
43: George W. Bush (1946)
Presidente dal 2001 al 2009
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: figlio del 41° presidente
statunitense, come lui affarista nel mondo del petrolio, ottenne il primo
mandato dopo elezioni che provocarono numerose critiche per irregolarità
(archiviate per impossibilità di verifiche). L’attacco terroristico alle Torri
gemelle di New York lo spinse a dichiarare guerra all’Iraq, accusata (senza
prove) di possedere armi di distruzione di massa. Le sue scelte economiche
hanno fatto aumentare il deficit pubblico degli Usa, ma hanno anche innalzato
il PIL. La sua amministrazione ha rifiutato di firmare il protocollo di Kyoto
riguardante il surriscaldamento globale del pianeta.
44: Barack Obama (1961)
Presidente dal 2009 al 2017
Partito: Democratico
Fatti salienti: laureato in scienze
politiche e in giurisprudenza, è stato il primo presidente afroamericano degli
Usa. Impegnato contro le armi nucleari, contro il riscaldamento globale, contro
il terrorismo (durante il suo primo mandato venne ucciso Osama bin Laden), contro
la diffusione delle armi, in favore della riforma sanitaria, dei diritti degli
omosessuali e della distensione nei rapporti con Cuba, ha ricevuto nel 2009 il
premio Nobel per la pace.
45: Donald Trump (1946)
Presidente dal 2017
Partito: Repubblicano
Fatti salienti: imprenditore e
miliardario, ha vinto a sorpresa le elezioni presidenziali sbaragliando la
concorrente democratica Hillary Clinton (moglie di Bill Clinton). È un
personaggio molto controverso, per le sue posizioni contro l’immigrazione negli
Usa, contro gli omosessuali, contro l’aborto, contro la riforma sanitaria di
Obama, contro la scienza in tema ambientale, nonché per le sue dichiarazioni
maschiliste e i suoi atteggiamenti poco chiari sulla Corea del Nord e su
Israele e mondo palestinese.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.